martedì 8 novembre 2011

Contratto discografico con Via Veneto Jazz



L'artista senigalliese Matteo Fraboni firma il suo primo contratto con una delle etichette più importanti del jazz nazionale, Via Veneto Jazz (www.viavenetojazz.it) infatti, produrrà il disco in uscita a gennaio in Italia e all'estero.
Con la distribuzione del gruppo EMI sul territorio nazionale ed internazionale e grazie alle piattaforme on line quali I-tunes, Amazon, Rosso Alice, e fisiche in Francia, Inghilterra e Giappone, firma questo primo lavoro di altissimo livello.
Partono i preparativi per la presentazione del suo progetto americano MATTEO FRABONI QUINTET "This Is My Music" con un tour nei principali festival estivi della penisola.
Oltre alle recensioni positive scritte dal colosso al tenore George Garzone e dall' illustre critico musicale Stefano Zenni, non hanno tardato ad interessarsi le radio più prestigiose del settore, tra le quali LIFEGATE RADIO, che ha richiesto il disco
"This Is My Music" proponendolo in anteprima all'interno del suo programma JAZZBOOK, trasmesso giovedì 10/11 alle ore 19:30 in replica la domenica alle ore 23:00 affiancandolo ai grandi nomi del jazz mondiale.
Come ci racconta il giovane talento italiano 'non si aspettava un risultato così importante già al suo primo lavoro', e vuole continuare a lavorare assiduamente al suo progetto, parallelamente alle collaborazioni e al successo che sta ottenendo nella capitale, tra le ultime citiamo il pianista statunitense Greg Burk, ineccepibile pianista e compositore che ha suonato al fianco di molti grandi della storia del jazz d'oltre mare.
Se volete seguire le news del MATTEO FRABONI QUINTET, non mancate di cliccare "mi piace" sulla pagina facebook
"Matteo Fraboni Official" o di seguire la programmazione dei concerti sul sito www.matteofraboni.com
In attesa dell'uscita del disco, vi consigliamo caldamente di non perdere questo lavoro e di tenere gli occhi aperti nei migliori negozi di dischi a partire dal mese di gennaio.

M.Coppola

mercoledì 20 luglio 2011

Intervista ai batteristi Jazz


Incontro con Matteo Fraboni
le domande nascono suonando...
Quale Set up consigli ad un batterista che si avvicina al jazz?
Di solito uso un set tradizionale, cassa 18" tom 12" timpano 14" e rullante 14". Per i piatti cerco di seguire una linea, tenendo un piatto asciutto, comodo alla sinistra (al posto del crash), per scelta di colore, volumi e per favorire la gestione delle dinamiche e del “climax” durante le improvvisazioni. Inoltre la pratica batteristica nella storia conferma questo. C'è poco da inventare... il nuovo è una variazione di qualcosa di sperimentato e consolidato. I piatti dopo averli trattati in più modi ( grattandoli con carta vetrata ad acqua, oppure bucandoli o scocciandoli) sono dell'idea che le linee guida più diffuse hanno ragione d'esistere. La tradizione non è un ripiego ma una risposta valida. Il periodo bop lo considero il più alto come tecnica, linguaggio e accordatura. Ogni volta che ascolto dischi di quel periodo, di Max Roach, Sonny Clark, George Duvivier, scopro sempre qualcosa di nuovo.
Bene, passiamo nello specifico tecnico dello strumento: per l'accordatura della cassa hai consigli da darci?
La cassa veniva definita come una "bomb" nell'era swing, e nella scelta delle pelli, la risonante per me deve essere sabbiata come la battente. Nell'accordare lo strumento parto dall'ascolto della nota, percuotendo il centro della pelle battente. In un secondo momento vado ricercando le sfumature dell'accordatura lavorando sulla tensione delle pelle risonante, cercando un colore finale che mi piaccia.
E che ne pensi dell'utilizzo delle sordine?
Le sordine anche se non si usano più perché il suono della batteria è cambiato... ritengo che siano molto utili sia in studio che dal vivo, ti permettono di controllare le risonanze dei tamburi, e in un contesto di lavoro in studio di registrazione posso rendere tutto più facile. La pelle che preferisco sia per la cassa che per i tom-tom, timpani e rullante sono delle semplici sabbiate. Nell'uso del 'balance' tra pelle battente e risonante seguo le linee fondamentali di comune uso: la risonante più tirata rispetto alla battente. Ma come ho detto prima, per trovare un colore interessante, un equilibrio armonico, parto dalla battente e poi allentando o tirando la risonante cerco un suono appunto equilibrato degli armonici sviluppati da entrambe, lavorabdo esattamente al contrario, ma questo è un mio modo.
Utilizzi sordine in gomma, o altre tipologie per controllare i piatti? No, di tanto in tanto trovo utile lo scotch per controllarli, ma dopo le influenze anni 80/90 di Jack Dejohnette sono tornato a preferire suoni lunghi, aperti e ariosi, penso abbraccino meglio il suono degli altri strumenti, quindi anche la musica.
Usi pelli difficili , tipo idrauliche? No, decisamente no, anche in questo caso non le userei, seceglierei le solite pelli "naturali" sabbiate.
E per la cassa? Usi sordine per controllare le risonanze? Utilizzo stracci come sordina, e cerco il suono più naturale possibile proprio di “una cassa”, quindi un suono un rozzo, rotondo ma d'impatto.
Le risonanze della cordiera con gli ampli? Penso che l'unica sluzione sia quella di provare soluzioni differenti tra le pelli battenti e risonanti dei tamburi.
In definitiva qual'è la tua concezione dello strumento?
Penso che la batteria sia come un insieme di singoli tamburi che tratto separatamente, infondo è uno strumento che deriva dal set di percussioni dell'orchestra classica, che unite assieme possono essere suonate da un unico musicista. Mi ha sempre affascinato l'aspetto dei ritmi e dei canti delle diverse culture tradizionali che troviamo in giro per il mondo, e trasportarle su uno strumento come la batteria, utilizzando piccole percussioni, le mani etc... è una di quelle cose alle quali non ho mai saputo rinunciare, proprio perchè in un certo senso, la batteria viene conosciuta come "motore" della musica, ma invece approfondendo lo studio dello strumento, può essere molto di più, diventando una 'tavolozza per colorare la musica', piuttoto che una "batteria di tamburi" appunto, sottintendendo che l'azione fatta da più uomini viene rielaborata da un unico musicista.
E invece cosa ne pensi del suono che si può ottenere dallo strumento?
Sul suono ho speso molto tempo, tirando pelli, cambiando piatti, rompendoli...provando di tutto per anni, ma adesso se ti devo dire quello che penso è che il suono è dato anche e soprattutto da come si tengono le bacchette e da come si portano i colpi con busto-spalle-braccia e bacino.
Quali sono le tue figure di riferimento per la batteria?
Sono i Batteristi che mi aiutano a riflettere sul suono e il fraseggio sullo strumento: da Philly Joe Jones passando per Elvin e Jack Dejhonette a Jojo Meyer fino arrivare a Paul Motian, trovo tanti punti in comune nell'utilizzo della tecnica a servizio della musica, penso che il batterista più bravo, se così si può dire, è quello che riesce a far cantare lo strumento, piuttosto che quello che vuole farti vedere quanto va veloce sul set.(...)
In conclusione, penso fermamente che un musicista, qualsiasi strumento suoni, il suo suono lo abbia in testa, e sia in grado di svilupparlo con qualsiasi strumento si trovi davanti.
Ciao a tutti.
Di Lorenzo Ghetti Alessandri

lunedì 14 marzo 2011

NEW ALBUM!




MATTEO FRABONI QUINTET "This Is My Music!"

è il nuovo album inciso dal giovane batterista italiano Matteo Fraboni a New York lo scorso gennaio. A far parte del quintetto alcuni tra i più grandi jazzisti del mondo, quali Mr George Garzone al sax tenore, Logan Richardson al sax alto, Aruan Ortiz al piano e rhodes, Rashaan Carter al contrabbasso e Matteo Fraboni alla batteria. Il disco d'esordio, fortemente voluto dal giovane leader e compositore è nato da un bisogno di incidere tutte le esperienze vissute fino a quel momento...Charlie Parker diceva: "la musica è la tua esperienza, se non la vivi non verrà mai fuori dal tuo strumento"... Proprio per questo Matteo ha voluto registrare questo disco, perchè si era stancato di tenere questi ricordi per se, voleva esternarli e allora quale modo migliore se non di farlo con la musica.
Nelle musiche ci spiega Matteo, c'è un filo conduttore per tutti i brani, che li lega come se fossero la descrizione di una storia, o meglio di un film. Ci anticipa che "This Is My Music!" è la sua storia, le esperienze fatte in giro per il mondo, bello o brutte che siano: sono vita, e quindi meritevoli di rispetto e di essere raccontate.
Il disco, che verrà prodotto e reso edito dall'ambita etichetta Via Veneto Jazz e che verrà presentato nei principali festival della penisola, sarà in prossima uscita e acquistabile sui principali siti on line come itunes, jazzos.com ed altri, oltre che reperibile presso tutte le Feltrinelli sul territorio nazionale ed i migliori negozi di dischi. Si stanno già accumulando le critiche positive dai critici e musicisti del settore come Stefano Zenni, Bruno Tommaso ed altri illustri, che lo descrivono come un "magnifico lavoro" ed addirittura già le note di copertina, scritte dal colosso al tenore, George Garzone, (www.georgegarzone.com), descrivono la sua musica come fresca, rilassante e innovativa, a dimostrazione che la musica può ancora essere un flusso, un flusso di energia.

Riportando le parole del giovane Jazzista, vi invitiamo ad aspettare questo disco come una nuova rivelazione del jazz made in italy, così forte delle sue melodie cantabili, note nella tradizione della musica colta che da sempre ci ha accompagnati nella nostra vita, da Mozart a Verdi fino ad arrivare a Gershwin.

Di Matteo Fraboni:
" Questo disco per me rappresenta una prima creazione, spero la prima di una lunga serie.
Ho lavorato molto fino adesso, ed ora che ho trovato un mio approccio compositivo, un mio stile, o meglio una mia concezione del fare musica, vorrò inciderne molti altri, e collaborando sempre più con artisti internazionali: adoro suonare con persone provenienti da diverse parti del mondo, ognuno ha una sua lettura, una sua interpretazione di uno stile piuttosto che di una tradizione, e mi piace confrontarmi con diversi modi di pensare la musica."

Detto questo, raccontaci di questa tua prima esperienza in studio con dei grandi musicisti come quelli che hanno partecipato nel tuo disco, e come è nata questa collaborazione?

"Con Aruan Ortiz ci siamo conosciuti suonando a Roma presso il noto club Alexander Platz, ci siamo divertiti e siamo rimasti in contatto, poi quando ho pensato di registrare a New York lui mi ha aiutato per organizzare la session che da solo, oltremare, sarebbe stato più complicato, e poi non avrei avuto l'opportunità di conoscere due musicisti altrettanto fantastici, quali Rashaan Carter e Logan Richardson, suoi partner abituali."

E di George Garzone? Penso che avere avuto la sua presenza sia stata una cosa molto importante per te..

"Assolutamente si, George è un sassofonista di fama internazionale, uno dei migliori al mondo, io l'ho conosciuto circa un anno fa mentre facevo l'assistente presso i seminari di Arcevia In Jazz, e lui mi ha invitato a suonare, (letteralmente mi ha fatto chiamare, io ero in segreteria ndr) e proprio in quell'occasione mi fece i complimenti e mi ha lasciò i suoi contatti.
Lo scorso gennaio, pochi giorni prima di partire, avevo finito di scrivere alcuni brani per quintetto, e dato che mi serviva un tenore, e non conoscendo nessuno, ho pensato di scrivergli e lui ha accettato! Sinceramente all'inizio non mi sembrava vero, poi quando la mattina del 14 gennaio stavo correndo a prendere la metro da Manhattan per Brooklyn, mi squilla il telefono ed era George che mi diceva che era già lì! Senza esitare troppo abbiamo iniziato la session, che con qualche linea guida che ho dato ai musicisti per interpretare i brani , si è conclusa in una splendida giornata di lavoro. C'era veramente una bella atmosfera, si stava rilassati e a proprio agio come si sta tra amici. E resta il fatto che registrare il primo disco a 27 anni, di musica Jazz, a nome proprio, a New York... con dei musicisti di incredibile caratura è stato un vero onore, tanto che ancora non sto nella pelle, spero di poter suonare questa musica ovunque."

E proprio sulle parole scritte dal tenorista, vi salutiamo augurandovi di sentire il disco di MATTEO FRABONI QUINTET "This Is My Music!":


" This cd is cool, relaxed, and full of spirit and beauty..this recording really shows that music can really flow..I think you will enjoy the sound."..George Garzone.


E ancora:


"Matteo is very fluid and relaxed when he plays the drums..always listening to the other players and full of support when needed...GG!



Ascolta alcuni sample del nuovo album di Matteo Fraboni Quintet "This Is My Music!" collegandoti alla pagina ufficiale: www.matteofraboni.com.


Buon ascolto,


di M.Coppola.