Ciao a tutti,
continuiamo con la nostra opera di divulgazione della musica jazz e suoi affini.
Oggi ci troviamo davanti la domanda che divide e ancora oggi crea sgomento in molte parti del globo.
Tradizionalisti e avanguardisti e contaminatori.
No, non stiamo aprendo un dibattito politico ma sicuramente c'è un forte elemento che accomuna tutte queste fazioni, e cioè il fatto che tutte e tre suonano la stessa musica, riproposta in chiave diverse appunto da chi è più "mainstream", riproponendo le atmosfere e le caratteristiche salienti degli anni addietro, chi estremizza lo stesso 'messaggio' al futuro, cercando nuove soluzioni che ad oggi vengono per lo più percepite nella ricerca metrica delle composizioni piuttosto che armonica, e chi invece sceglie di vedere anche le sfumature tra il bianco e il nero e utilizza lo swing del jazz per suonare altro, potremmo chiamarlo "jazz moderno", abbracciando le musiche di ogni dove, incontrando e miscelando con intelligenza la musica elettronica piuttosto che quella tradizionale indiana e molte altre.
Ma quali sono i risultati?
C'è chi sostiene che senza la conoscenza scientifica dalla musica non si va da nessuna parte e chi è più schierato dalla parte dell'aver "vissuto la musica", ad esempio calandosi all'interno della data cultura musicale piuttosto che leggerla in un conservatorio distante diverse ore di aereo.
Forse anche in questo caso la soluzione può essere trovata a metà strada, dove risulta vera la citazione che "se non sai suonarlo, è inutile che sai scriverlo" e viceversa.
Possiamo dire che sicuramente, per quante prese di posizione si vogliono sostenere, (che poi sono soggette anche alla crescita anagrafica…cambiano i gusti, le mode..), questi tre 'poli' legati alla tradizione, all'avanguardia e alla contaminazione hanno tutti lo stesso scopo, continuare a divulgare il messaggio di libertà e democrazia che da sempre caratterizza la musica Jazz in tutto il mondo.
Keep 'on swinging
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