Ciao a tutti,
continuiamo con la rubrica del blog che indaga e promuove le attività della musica jazz e affini.
Oggi vi voglio parlare di quello che storicamente ha rappresentato e rappresenta l'evoluzione della musica jazz nel secolo passato ad oggi.
Fruire della musica oggi è cosa comune, da You Tube, ai download dei singoli brani, alle radio, ai mass-media televisivi.
Come premessa, c'è da fare una netta distinzione tra Musica e musica.
Cosa intendo? Intendo dire che per quanto si possa scusare o tollerare, la capacità della musica commerciale, (quella delle hit-parade per intenderci), di avere più accesso al grande pubblico, (istruendolo), non credo che si possa sorvolare su questioni più importanti.
Credo che come sia capitato a me, di crescere come persona in toto grazie allo studio della musica, sia un'esperienza comune a tanti, o meglio a tutti quello che si adoperano nello studio e conoscenza di quest'arte.
Quindi, a maggior ragione di questi tempi, credo che un'attenta riflessione su quello che può fare la musica in termini appunto di educazione, sia di estrema importanza per dare consapevolezza alle masse, per risvegliarle dal "coma farma-mediatico" in cui sono state indotte.
Nelle chiacchiere da bar, si sente solo parlare dalla stragrande maggioranza delle persone degli aggiornamenti dei programmi di "nuovi talenti" che spesso e volentieri sono fenomeni da baraccone, che sanno cantare due canzoni e dopo due mesi dalla loro comparsa in tv nessuno più se li ricorda, ma, odiens garantita qualche soldino, (spero per loro), siano riusciti a risparmiarlo.
Ecco dunque, l'esempio che faccio è sempre lo stesso: "é inutile proporre un testo di filosofia ad un popolo abituato a leggere topolino" (con tutto il rispetto per topolino eh!!!). Ed è proprio questa la sfida.
Cercare di far passare un messaggio di uno spessore differente all'inizio può essere dura, si può rischiare di non essere compresi, ma se c'è un beneficio che una crisi economica può garantire è la "scrematura" che le persone anche non addette ai lavori riescano a fare, anche inconsapevolmente, e cioè di cercare, senza a volerlo, musica suonata in maniera concreta, senza troppi filtri o ideologie che giustificano una chitarra o una maschera strana.
Aristotele stesso, sosteneva che "la musica tra le arti è la più vicina alle corde dell'animo dell'essere umano" e questa è ancora oggi una verità assoluta. Ecco perché nel merchandising della commercial music, non è una novità trovare degli addetti al marketing del prodotto, che, come tutti sappiamo, è lo studio psicologico legato alle reazioni di un potenziale acquirente.
Ditemi voi, se questa può essere musica.
Poi, negli ultimi anni ci sono tante correnti extra jazzistiche che a loro modo provano a mandare un messaggio critico, (i cosiddetti "indi"), sempre di protesta e legato ad una libertà di espressione che è molto bello, ma molto spesso sono aspiranti musicisti che provano a realizzare qualcosa senza le capacità tecniche, che non sono tutto, ma se parliamo di veri esecutori, compositori, strumentisti etc… è un fattore che non si può prescindere; sarebbe come affidare ad un finto ingegnere la costruzione di una struttura… può barcamenarsi in mille modi ingegnosi, ma non credo darà un risultato duraturo come un ponte romano, (che all'epoca erano forse un popolo illuminato, oggi non si è ben capito cosa sia successo…), e quindi i risultati molto spesso sono "da cantina" dove la birra costa meno di 1 euro ed il seguito sono gli amici che seguono il movimento ma forse senza esserne troppo consapevoli.
E quindi continuando a parlare della nostra musica, si potrebbe snocciolare una lista infinita di ciò che storicamente ha rappresentato: dai movimenti di ribellione legati all'apartheid, all'essere linfa vitale per tutta la beat generation che con il fare intellettuale degno di un hipsters veneravano la capacità di improvvisare estemporaneamente che avevano, (ed hanno), solo i musicisti di jazz… Per non parlare delle campagne di pace 'combattute' da Armstrong, che dal 1920 circa ai tardi '60 ha portato la musica jazz come messaggio di pace e fratellanza e democrazia in tutto il Mondo, con la sua tromba e il suo sorriso e il suo fare così genuino, proprio di quelle persone che sono nate senza niente.
E allora oggi, dopo aver seguito attentamente il lavoro che è stato fatto dal Torino Jazz Festival, dove la lungimiranza della direzione artistica è riuscita a proporre ad un popolo italiano "semi-addormentato", concerti di alta qualità artistica nelle piazze , (con un seguito di più di 200.000 persone!!!), cosa che a pensarci bene può avere del miracoloso. E quindi la gente, indotta in questo circuito di arti multiformi e autentiche, fatte da professionisti, si è ritrovata sbalzata dal talk show di bassa lega, a concerti di vario genere dislocati nei posti più impensabili, sopra una torre o su una zattera. Stupendo!
Perché ci sono riusciti? Perchè anche senza volerlo, quando senti uno che suona veramente, o che sa fare quello che sta facendo (scusate il gioco di parole), lo senti, anche se non ci capisci niente.
Portare un cittadino "x" che non ha mai avuto a che fare con il mondo dell'arte a seguire un concerto del quintetto di Paolo Fresu, piuttosto che una mostra di fotografica o uno spettacolo teatrale può avere il potere di risvegliare veramente l'animo sedato del fruitore e far scoccare in lui un'interesse mai visto, che lo può rendere una persona migliore, e questo effetto, moltiplicato a catena, può rendere un popolo migliore, i francesi investono continuamente in cultura perché sono molto consapevoli di questo e non sono gli unici nella sovrattassata Europa.
Potranno sembrare discorsi già sentiti, ma ripeterli fino alla nausea non basterà e quindi noi continueremo.
Keep on swingin'
continuiamo con la rubrica del blog che indaga e promuove le attività della musica jazz e affini.
Oggi vi voglio parlare di quello che storicamente ha rappresentato e rappresenta l'evoluzione della musica jazz nel secolo passato ad oggi.
Fruire della musica oggi è cosa comune, da You Tube, ai download dei singoli brani, alle radio, ai mass-media televisivi.
Come premessa, c'è da fare una netta distinzione tra Musica e musica.
Cosa intendo? Intendo dire che per quanto si possa scusare o tollerare, la capacità della musica commerciale, (quella delle hit-parade per intenderci), di avere più accesso al grande pubblico, (istruendolo), non credo che si possa sorvolare su questioni più importanti.
Credo che come sia capitato a me, di crescere come persona in toto grazie allo studio della musica, sia un'esperienza comune a tanti, o meglio a tutti quello che si adoperano nello studio e conoscenza di quest'arte.
Quindi, a maggior ragione di questi tempi, credo che un'attenta riflessione su quello che può fare la musica in termini appunto di educazione, sia di estrema importanza per dare consapevolezza alle masse, per risvegliarle dal "coma farma-mediatico" in cui sono state indotte.
Nelle chiacchiere da bar, si sente solo parlare dalla stragrande maggioranza delle persone degli aggiornamenti dei programmi di "nuovi talenti" che spesso e volentieri sono fenomeni da baraccone, che sanno cantare due canzoni e dopo due mesi dalla loro comparsa in tv nessuno più se li ricorda, ma, odiens garantita qualche soldino, (spero per loro), siano riusciti a risparmiarlo.
Ecco dunque, l'esempio che faccio è sempre lo stesso: "é inutile proporre un testo di filosofia ad un popolo abituato a leggere topolino" (con tutto il rispetto per topolino eh!!!). Ed è proprio questa la sfida.
Cercare di far passare un messaggio di uno spessore differente all'inizio può essere dura, si può rischiare di non essere compresi, ma se c'è un beneficio che una crisi economica può garantire è la "scrematura" che le persone anche non addette ai lavori riescano a fare, anche inconsapevolmente, e cioè di cercare, senza a volerlo, musica suonata in maniera concreta, senza troppi filtri o ideologie che giustificano una chitarra o una maschera strana.
Aristotele stesso, sosteneva che "la musica tra le arti è la più vicina alle corde dell'animo dell'essere umano" e questa è ancora oggi una verità assoluta. Ecco perché nel merchandising della commercial music, non è una novità trovare degli addetti al marketing del prodotto, che, come tutti sappiamo, è lo studio psicologico legato alle reazioni di un potenziale acquirente.
Ditemi voi, se questa può essere musica.
Poi, negli ultimi anni ci sono tante correnti extra jazzistiche che a loro modo provano a mandare un messaggio critico, (i cosiddetti "indi"), sempre di protesta e legato ad una libertà di espressione che è molto bello, ma molto spesso sono aspiranti musicisti che provano a realizzare qualcosa senza le capacità tecniche, che non sono tutto, ma se parliamo di veri esecutori, compositori, strumentisti etc… è un fattore che non si può prescindere; sarebbe come affidare ad un finto ingegnere la costruzione di una struttura… può barcamenarsi in mille modi ingegnosi, ma non credo darà un risultato duraturo come un ponte romano, (che all'epoca erano forse un popolo illuminato, oggi non si è ben capito cosa sia successo…), e quindi i risultati molto spesso sono "da cantina" dove la birra costa meno di 1 euro ed il seguito sono gli amici che seguono il movimento ma forse senza esserne troppo consapevoli.
E quindi continuando a parlare della nostra musica, si potrebbe snocciolare una lista infinita di ciò che storicamente ha rappresentato: dai movimenti di ribellione legati all'apartheid, all'essere linfa vitale per tutta la beat generation che con il fare intellettuale degno di un hipsters veneravano la capacità di improvvisare estemporaneamente che avevano, (ed hanno), solo i musicisti di jazz… Per non parlare delle campagne di pace 'combattute' da Armstrong, che dal 1920 circa ai tardi '60 ha portato la musica jazz come messaggio di pace e fratellanza e democrazia in tutto il Mondo, con la sua tromba e il suo sorriso e il suo fare così genuino, proprio di quelle persone che sono nate senza niente.
E allora oggi, dopo aver seguito attentamente il lavoro che è stato fatto dal Torino Jazz Festival, dove la lungimiranza della direzione artistica è riuscita a proporre ad un popolo italiano "semi-addormentato", concerti di alta qualità artistica nelle piazze , (con un seguito di più di 200.000 persone!!!), cosa che a pensarci bene può avere del miracoloso. E quindi la gente, indotta in questo circuito di arti multiformi e autentiche, fatte da professionisti, si è ritrovata sbalzata dal talk show di bassa lega, a concerti di vario genere dislocati nei posti più impensabili, sopra una torre o su una zattera. Stupendo!
Perché ci sono riusciti? Perchè anche senza volerlo, quando senti uno che suona veramente, o che sa fare quello che sta facendo (scusate il gioco di parole), lo senti, anche se non ci capisci niente.
Portare un cittadino "x" che non ha mai avuto a che fare con il mondo dell'arte a seguire un concerto del quintetto di Paolo Fresu, piuttosto che una mostra di fotografica o uno spettacolo teatrale può avere il potere di risvegliare veramente l'animo sedato del fruitore e far scoccare in lui un'interesse mai visto, che lo può rendere una persona migliore, e questo effetto, moltiplicato a catena, può rendere un popolo migliore, i francesi investono continuamente in cultura perché sono molto consapevoli di questo e non sono gli unici nella sovrattassata Europa.
Potranno sembrare discorsi già sentiti, ma ripeterli fino alla nausea non basterà e quindi noi continueremo.
Keep on swingin'
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