martedì 20 maggio 2014

Interviste ai musicisti del jazz marchigiano: Marco Postacchini



1) Presentati: attività, strumento, progetti realizzati

Attività: sassofonista, compositore, arrangiatore, insegnante.

Strumenti: sax soprano, alto, tenore, baritono, flauto, ottavino, flauto contralto, clarinetto, clarinetto basso

Progetti realizzati: In qualità di leader ho realizzato due dischi a mio nome, “Lazy Saturday” (2010) e “Do You Agree?” (2013), prodotti dalla Notami Jazz records, supportato da un gruppo di favolosi colleghi e amici con cui collaboro, tra gli altri, da diversi anni: Simone La Maida, Samuele Garofoli, Massimo Morganti, Emanuele Evangelista, Andrea Paternesi, Gabriele Pesaresi, Andrea Solarino. Come Co-leader ho inciso un disco con il Machine Head Quartet, formazione pianoless supportata dall’utilizzo dell’elettronica, nella quale militano i fidi Roberto Gazzani, Andrea Morandi e Massimo Morganti. Come side-man ho partecipato a diverse produzioni discografiche suonando nei dischi della Paolo Belli Big Band, Colours Jazz Orchestra, Riccione Jazz Orchestra, Vertex, Roberto Zechini, Filippo Gallo, Massimo Manzi e Andrea Solarino, Antonella Ruggiero, etc.

2) Racconta brevemente il cv

Mi sono diplomato in Sassofono presso il Conservatorio di Fermo, in Strumentazione per Banda, Composizione e Jazz (percorso di composizione, arrangiamento e direzione d’orchestra Jazz) presso il Conservatorio di Pesaro. Nel 2011 ho seguito presso il suo studio di Attleboro, MA, alcune lezioni di Hal Crook, docente presso il Berklee College of Music di Boston.
Oltre alle varie collaborazioni discografiche come side-man, ho inciso due album a mio nome, entrambi registrati dal Marco Postacchini Octet, prodotti dalla Not.A.Mi. Jazz e contenenti musiche originali: “Lazy Saturday” (2010) e “Do you agree?” (2013 – con ospite Fabrizio Bosso).
Ho partecipato a diverse produzioni Rai suonando nel programma televisivo “Ballando con le stelle” (II-III-IV-V-VII-VIII-IX edizione) come membro della Paolo Belli Big Band, con la quale suono dal 2005.
Il resto del curriculum è “spalmato” nelle voci successive.

3) Attività didattica

Insegno Armonia, Composizione, Arrangiamento, Ear Training, Tecnica dell’improvvisazione, Sassofono, Musica d’insieme e laboratorio Big Band presso la Scuola di Musica Bettino Padovano di Senigallia, la Scuola Popolare di Musica di Fermo, la Libera Accademia del Jazz di Ancona, l’Arcevia Jazz Feast e la Scuola Media Guicciardini di Firenze.

4) Attività live

In questo periodo suono con le seguenti formazioni: Marco Postacchini octet- MP’s Jazzy Bunch, Machine Head quartet, Paolo Belli Big Band, Blackbird sextet, Vertex quintet, Roberto Zechini quintet, Manzi - Solarino Quintet, A Remark you made – tributo ai Weather Report, la Colours Jazz Orchestra, la Riccione Jazz Orchestra, la Rolli’s Tones Big Band, Birth of the cool Jazz Collective, Filippo Gallo Quintet, Linha do Equador, Out of the blues e molte altre.





5) Collaborazioni e 'insegnamenti'

Tra gli altri, ho collaborato con Massimo Manzi, Rita Marcotulli, Maurizio Giammarco, Rosario Giuliani, Flavio Boltro, Massimo Nunzi, Javier Girotto, Fabrizio Bosso, Bruno Tommaso, Marco Tamburini, John Taylor, Kenny Wheeler, Bob Mintzer, Peter Erskine, Ayn Inserto, Bob Brookmeyer, Maria Schneider, Scott Robinson e Mike Stern.


6) Progetti "work in progress"

Sono in procinto di iniziare il secondo lavoro discografico del Machine Head Quartet

7) Quale pensi sia il giusto rapporto fra tradizione e ricerca?

La seconda non deve mai perdere di vista la prima.

8) Considerazioni sulla situazione musicale italiana

Che dire? Potrebbe andare peggio….potrebbe piovere! (tanto per fare una citazione cinematografica)

9) Considerazioni sulla situazione musicale marchigiana

Sotto certi punti di vista…piove già. Sotto altri invece penso che goda ancora di un discreto stato di salute. La musica è ovviamente un settore che risente come molti altri dell’attuale congiuntura fortemente negativa di natura economica e politica.

10) Cosa pensi sia giusto o meno per lo sviluppo e la diffusione della musica jazz?

Credo che negli ultimi anni la didattica, insieme alla crescente offerta musicale costituita da festival e rassegne, abbia fatto da volano per una notevole diffusione della musica jazz, che tuttavia rimane ancora una po’ troppa prerogativa per gli addetti ai lavori. Un nuovo sviluppo potrebbe essere dato da una “alfabetizzazione” che parta dal basso, in modo da educare il pubblico di domani.


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