domenica 11 maggio 2014

Il Lavoro del musicista: ecco come si può fare

Ciao a tutti,

continuiamo nella nostra opera di divulgazione delle attività inerenti la musica jazz e suoi affini.

Il Lavoro del musicista, esiste? In Italia soffre molto, questo è indubbio.

La classica domanda è: " Ah, sei un musicista e di lavoro cosa fai?"  - > Sbagliato.


Il punto è proprio questo. Nel nostro bel paese ancora non è passato il messaggio del musicista lavoratore - che ha studiato ed è in grado di suonare musica a 360°, ed il suo concerto va obbligatoriamente retribuito proprio perché quel'1h 1/2 di concerto, spettacolo, intrattenimento, è frutto di tutto il lavoro, che dura anni,  per riuscirci.
E' questo messaggio che non passa nell'immaginario comune italiano. Se così non fosse ci sarebbero sicuramente dei rapporti molto più equilibrati.
Oggi, ed è sempre stato o così, il Musicista per vivere della propria arte deve essere pronto a destreggiarsi in una moltitudine di attività: dall'attività concertistica, (la più appagante di solito), a quella didattica, a quella dell'organizzazione di eventi/concerti, alle graduatorie negli istituti superiori di musica, (quali Conservatorio e/o Accademie di musica), alle lezioni private e così via.
In Italia non ci sono leggi che tutelano in maniera chiara e con trasparenza la posizione fiscale di un professionista del settore, ne tanto meno quella personale: se si ammala cosa fa? E' quasi certo che almeno che non abbia un posto nelle scuole statali il suo lavoro non venga retribuito.
E le incombenze mensili che tutti devono pagare, come affitti, bollette etc chi ci pensa?
Questo è un quadretto riassuntivo abbastanza chiaro delle problematiche che vive un musicista in Italia, ed oggi, purtroppo non sono nemmeno gli unici.

Quindi è bene sempre tener a mente che essendo la musica una disciplina che educa e può far crescere le capacità di un individuo in maniera esponenziale, dobbiamo tutti tenerla in considerazione e spronare quanto possibile le nuove leve ad avvicinarsi da bambini, proprio perché intorno ai 6 anni l'approccio alla musica può essere ed è un gioco che nel futuro del bambino può certamente fare la differenza.



Keep on swingin'

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