venerdì 25 aprile 2014

A Love Supreme: una visione cinica?

Ciao a tutti e benvenuti, qui si continua a lavorare per la musica e tutte le attività che ne derivano.
E allora questa sera voglio proporvi questa riflessione: "E se fosse stata si, l'espressione più alta del sassofonista John Coltrane, ma anche la più 'decisa a tavolino'?!?!?!?!!!"
Ecco quale e' stata la domanda che anni fa mi fece riflettere molto.
Ben inteso, se suono musica jazz e' tutta "colpa" di questo disco in particolare, oltre ad averlo in duplice/triplice copia, (ed. diverse) ad averlo ovviamente in vinile, ad avere tutti i testi pubblicati a riguardo, ad aver portato l'analisi di questa suite come tesi di laurea, ad aver seguito un seminario di tre giorni al Conservatorio di Brescia sempre con il musicologo S. Zenni, e ad averlo amato, suonato ed ascoltato in ogni sua forma possibile e immaginabile... Ad un certo punto mi accorsi di una cosa che mi apri' gl'occhi' e cioè questo, seguitemi nel ragionamento:
Tutte le grandi stelle del firmamento jazzistico hanno da sempre preso il testimone dai grandi dell'epoca.
Quindi, senza andare troppo indietro nel tempo, Louis Armstrong diede l'ok a Miles Davis, che criticatissimo, soprattutto nei primi anni di carriera, quando faceva da manager al quintetto di Charlie Parker, ad un certo punto, per una moltitudine di fattori, venne definito da Duke Ellington in persona come "Il Picasso del Jazz".
La prima osservazione che mi viene da fare e' che anche un titano come Ellington aveva già nei tardi anni 50 una visione moderna e multiforme dell'evoluzione che la musica jazz poteva avere, anche in termini non tradizionali come i progetti di Miles, sempre e comunque irriverenti, ma senza dubbio senza problemi nel poterselo permettere, in quanto sia il leader che gli altri della Band sapevamo bene come 'swingare'e quindi avendo la tradizione "apposto" potevano osare, sperimentare e andare avanti, perché ogni jazzista che vive nel presente pensa "2014", risulterebbe una forzatura abbastanza provare a pensare "1927"...Noi siamo figli dei tablet e dei giri del mondo in 48 ore... Non più in 80 giorni! ;-)
Comunque, tornando a noi, Miles, aveva capito che la sua strada sarebbe stata quella di affermare se stesso, costi quel che costi, e New York glielo permise.
Badate bene, dov'è la curiosità in tuttociò? Questa e' solo storia direte, ma riflettete un momento: sappiamo tutti che un buon musicista se non e' altrettanto un buon manager non va da nessuna parte... E allora? Tutti quelli che hanno fatto la differenza, oltre ad avere delle doti fuori del comune, avevano anche una sensibilità estetica molto chiara nelle loro intenzioni: sapevano chi erano e come affermarlo (!!!) davvero, non per finta.
Quindi cosa c'entra il nostro idolo John Coltrane? Lui si e' fatto da solo, ha lavorato e studiato duramente si, e' vero, ma... Quando e' diventato John Coltrane?
Dopo essere passato per il quintetto di Miles Davis.
Fermatevi a riflettere molto bene su questo punto, rientra molto più nelle strategie di marketing questo discorso che nella poetica musicale.
Ancora, chi sono ad oggi i grandi leader che ricoprono a loro volta le figure di mostri sacri? Dave Holland? Si.
Chick Corea? Si. Keith Jarett? Si. Tony Williams? Si. Wayne Shorter? Si. Kenny Garrett? Si. John Scofield? Si.
Sono tutti passati per le varie stagioni del quintetto di Miles.
John Coltrane compreso, che fino poco tempo prima suonava nelle orchestre più anonime R&B e nessuno sapeva chi fosse... E poi? E poi con Miles capi' l'affermazione del vero se, come farla.
Nessuno mette in dubbio la sua reale e profonda devozione religiosa, il suo essere vegetariano, il suo pregare con il sax e tuttociò di splendido che ha fatto donandoci il suo pensiero musicale, ma "A Love Supreme" ha veramente tanti fattori che lasciano intuire che e' un lavoro che per certi aspetti e' stato svolto in maniera maniacale, e strano ma vero, non sono gli aspetti musicali, ma bensì quelli che 'fanno da cornice' al lavoro discografico di Coltrane.

Proviamo ad analizzarli insieme:

1) Il titolo, coerente con l'estetica e la poetica del progetto.

2) la copertina: bianco e nero sono i colori primari, sono riconoscibili da tutti e fra tanti.

3) le foto e note di copertina interne, di cui si occupo' personalmente, la preghiera scritta di pugno e poi suonata con il sassofono...

4) La musica: sostanzialmente poche idee vanno a comporre la suite, (4 ndr), che dopo essere stata incisa magistralmente, e' stata suonata pochissime volte dal vivo, (Coltrane non si concedeva spesso, perché?), e una delle poche esecuzioni live non e' paragonabile all'incisione in studio.

Quindi, uno dei dischi più belli di tutto il '900 musicale senza dubbio, che ha venduto più di 500.000 copie ad amanti e NON della musica jazz solo per un grande 'motivo' di carattere pubblicitario, che possiamo intentare di riassumere in queste parole:

"E' nato un nuovo disco, Coltrane dichiarò che una mattina si sveglio', e che quella musica gli era venuta in testa... Era una musica diversa, nuova... Che chiamo' appunto "A Love Supreme", forte della sua attitutudine di vita molto religiosa, un disco che fu richiesto da centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo, (compresi Beatles, John McLaughlin e molti altri che dopo, andarono in India...), solo per il suo grande contenuto spirituale intrinseco che aveva... Correva l'anno 1964, e noi dopo cinquant'anni, siamo qui ad ascoltarti e adorarti per quello che ci hai donato. 

Keep on swinging!


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