lunedì 21 aprile 2014

L'antimeritocrazia italiana

Questa sera voglio parlare di un tema molto attuale, di cui ne sentiamo parlare in ogni dove, ma sempre in maniera molto generale.
Fino qualche anno fa si parlava di crisi, ma nessuno sapeva cos'era, (tranne i nostri nonni...), ed ora che ci siamo dentro da almeno 2/3 anni, realmente ci rendiamo conto degli effetti che provoca.
Prima di continuare vi fermo subito, lo so, molti di voi staranno pensando, "ma questo non e' un blog di musica, dedicato alla musica jazz???" Si, esattamente. E proprio perche' e' legato a questo tipo di musica che voglio parlare anche degli aspetti socio-culturali che inevitabilmente la influenzano.
Stavamo dicendo del merito che in Italia non paga, si esatto, e' proprio cosi.
Avendo avuto diverse esperienze negli Stati Uniti, a New York, la differenza sostanziale dell'approcio americano da quello Italiano e' identificabile in questo breve esempio: "mettiamo che in America un ragazzo sviluppa un progetto intéressante, che funziona in ogni suo aspetto, ed é' assolutamente innovativo. Bene, secondo il buon senso comune, (tranne quello italiano), gli addetti ai lavori piu grandi di eta', quindi esperti in materia, vanno dal ragazzo in questione a chiedere: "Ehi, il tuo progetto e' molto intéressante! Come hai fatto a realizzarlo? Ce lo spieghi?"(...) Nel frattempo, il giovane acquisisce una posizione lavorativa, ben retribuita grazie al 'merito' del suo lavoro, ed é cosi che il sistema americano si evolve e si arricchisce.
Di recente ho avuto modo di scambiare impressioni con una ragazza spagnola che, laureata a Madrid in economia, per vivere faceva la cameriera, mentre dopo aver vinto per merito una borsa di studio alla New York University, ora lavora per una societa' di analisi economiche di alto livello ed e' cosi che si guadagna da vivere, a Manhattan...
Qui in Italia, ponendo la stessa situazione, e cioe quella iniziale, del ragazzo che presenta un progetto valido, la risposta dagli adetti ai lavori e' un "bravo", ricco solamente di invidia e volto a tagliare fuori il "mal capitato".
E poi tutto quello che c'e' da rubare si ruba ovviamente, quindi i meriti, i proventi, l'originalita' dell'idea, non vengono attribuiti al giovane, ma
bensi alla solita 'casta' dei nomi già conosciuti, che invece di essere artisti veri, sono forse molto piu bravi a scopiazzare qua e la, vivendo delle glorie dei primi anni 80.
Quindi quale puo' essere il risultato di una tale pratica? Quando studiavo al Conservatorio, ho avuto un insegnante di Storia della Musica molto valido, (Stefano Zenni ndr), che ci consiglio' una bibliografia ´esterna' al programma canonico, dove tra i 25 testi menzionati che toccavano argomenti quali la psicologia dell'apprendimento musicale fino alla fisica del suono,  c'era un libro di J.Diamond "Come le societa' scelgono di vivere o morire", nel quale l'autore raccontava in modo molto dettagliato le sorti di alcune popolazioni a loro modo 'famose', ad esempio quelle dell'isola si Pasqua, quelle degli Incas o quelle dei Maya dello Yucatan, in Messico.
Ecco, ricordo molto bene l'esempio storico legato a quest'ultimi, popolo grandioso che oltre ad aver sviluppato un architettura di alto livello, (Cichen Iza, Tulum etc...), avevano ottime conoscenze di astrologia, agricoltura e matematica.
Ma poi? Cos'e' successo? Bene, i signori governanti avevano la pratica di sacrificare le migliori menti , (o esecutori, atleti, artigiani etc...), in onore degli dei, e cosi, in relativamente breve tempo, la loro societa' si impoveri di menti brillanti e capaci e piano piano le conoscenze lungimiranti che avevano acquisito andarono perse e cosi facendo anche la popolazione stessa incontro' sempre piu problemi fino ad "autoestinguersi"(...).
Per i lettori piu attenti non sara' difficile intentare un parallelismo sulla condizione musicale, nel jazz ma non solo che vive il paese da diversi anni, ma nonostante tutto continua a degenerare figlia di un omerta' dilagante.
Senza che io mi permetta lontanamente di dare un giudizio, c'e' qualcuno di voi che vuole dare un nome a questa situazione? Ammesso che serva, uno spunto di riflessione in piu per tutti, e, nel mio piccolo, l'unica cosa che mi vien da dire e' che se ritorniamo al "sistema delle competenze", allora forse, potremmo ritrovare un equilibrio molto utile in tutti i campi. E forse, anche questo spirito attento e responsabile e' nello spirito di chi suona questa Musica jazz. Keep on swinging!

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