Vendiamo sui principali media la musica al kg... "Mi scusi, mi da 2h di cantautorato? (...) Si, quello che costa meno, grazie." Ci sono dei personaggi al limite del grottesco che vestono i panni di importanti critici e flotte di famiglie ignare di quello che guardano e ascoltano, vengono loro malgrado educate con uno standard... Che già a chiamarlo 'standard' ci vuole coraggio, tant'è basso il livello a-culturale proposto.
Poi usano tutti gli stratagemmi possibili e immaginabili, il più eclatante tra gli ultimi e' stato l'episodio della suora cantante, che ancora non si e' capito bene per chi era la pubblicità...
Quindi in Italia, diciamolo, abbiamo uno scenario musicale pressocche' povero, nostalgico e contornato e gestito da una manica di incompetenti(!!!), che addirittura pretendono , (e si prendono), il ruolo degli educatori, dei critici, dei giuristi. E' come se un cittadino 'x' si svegliasse una mattina con la pretesa di voler fare il chirurgo o l'odontoiatra, solo che nessuno se ne preoccupa perché "la musica non fa male a nessuno".
E ai Musicisti? Quelli con la "m" maiuscola che dedicano tutte le loro risorse , e parlo di quelle fisiche, economiche e intellettuali, quelli? quelli che fine fanno? Dove lavorano?
In America lo storico virtuoso del sax contralto Charlie Parker veniva 'multato' ripetutamente per le sue inadempienze ritirandogli la "Cabaret Card". E cos'è la cabaret card? E' una carta che attesta di essere professionista della musica e dello spettacolo che serviva per lavorare. Non sembra ci sia nulla di strano in tutto ciò, come da noi gli architetti e gli ingegneri hanno un albo perché non i musicisti?
Lavorano, faticano, studiano e sono meno dediti alla professione rispetto ad altre? Non credo e tra le altre cose posso testimoniare quanto siano massacranti i ritmi di lavoro, quando c'è.
Un'esempio? "E' giovedì e dopo che il musicista si sveglia e dedica la mattinata a cercare lavoro, pianificare concerti, studiare etc.. Il pomeriggio insegna fino alle 19 perché poi alle 19:30 deve essere in un locale per un concerto e, subito dopo, alle 00:51, lo aspetta un treno ICNotte che arriva l'indomani mattina attorno le 8:30 in una città del sud dove ha le prove in orchestra dalle 10 del mattino e concerto la sera stessa. Il giorno dopo, sabato, prove dal mattino e concerto la sera, con partenza prevista nella prima mattinata di domenica."
Non male come week end di relax per un musicista vero? E se avesse famiglia? Meglio non pensarci ma era giusto per dare un'assaggio dei ritmi che si tengono a fare la professione. Poi ci sono "quelli del dopo lavoro", che sono appassionati e nessuno gli vieta di suonare per carità ma se nei locali ti chiedono ancora "quanta gente mi porti" e' grazie a loro, che spesso si muovono per 30€ rovinando la piazza al professionismo.
Ma torniamo alla nostra idea iniziale, e la direzione artistica? Ci chiedevamo. Beh, c'è da dire che tra quello che offre la televisione e/o radio italiana e' nettamente inferiore rispetto quello che offrono i vari direttori artistici dei festival di tutta la penisola, e per fortuna!
Resta però da chiarire un punto, e proprio con questa domanda vi lascio al prossimo articolo:
"Secondo voi, e' possibile che la direzione artistica dei festival venga data sottobanco in mano "agli amici degli amici" che nella vita hanno solo ascoltato musica come un normale fruitore, senza avere acquisito competenza alcuna?"
E' possibile che un festival di musica extra-colta sia diretto da un ex-impiegato statale che parla a stento l'italiano corretto? E' quella la persona adatta a proporre la propria idea di cultura?
In attesa delle vostre risposte...
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